Un sistema funziona solo se è facilmente usabile da tutti
Nella installazioni multimediali nel museo un ruolo fondamentale lo riveste lo studio dell'interfaccia utente (UI), che determina da sola, la riuscita dell'installazione stessa e il livello di coinvolgimento che si riesce ad ottenere. Si tratta di studiare e applicare i principi dell'interazione uomo-macchina per produrre installazioni facili da usare, secondo i principo dell'immediatezza e del gioco.
Nelle installazioni museali l'utente fondamentalmente interagisce con un computer e noi dobbiamo rendere questa frapposizione, la più naturale possibile, da qui lo studio della NUI Natural User Interface, che richiama i principi delle interfacce grafiche (GUI) nel settore software, ma che si svincola dai supporti di controllo digitale (mouse, tastiera, joypad, ecc.). Quando possibile ci orientiamo allo sviluppo di interfacce NUI, ovvero che utilizzino l'interfaccia gestuale e facciano interagire utente e computer con modalità naturali di comunicazione, come la voce, i gesti e il movimento del corpo.
Museo delle Miniere (Arbus) - Esempio di interfaccia gestuale
Le interfacce naturali negli ultimi anni, hanno subito uno sviluppo tecnologico (anche domestico) impressionante, che va di pari passo all'evoluzione dell'Internet of Things e all'abbattimento dei costi nel settore Hi-Tech. Basti pensare a SIRI e ALEXA. Il riconoscimento vocale, della scrittura e del movimento degli occhi sono le interazioni uomo macchina finora più studiate, ma esiste anche il riconoscimento dei gesti e della postura. Il tracciamento del movimento del corpo è sicuramente l'ultimissima generazione di interfaccia NUI, basti pensare all'entrata in commercio delle consolle Playstation Move e Wii o dei visori Oculus.
Un passo decisivo verso l'uso di un'interfaccia naturale è stato fatto da Microsoft nel 2010 con Kinect, un dispositivo in grado di tracciare la posizione utilizzando un sistema composto da una telecamera RGB, un proiettore a raggi infrarossi e una telecamera monocromatica a infrarossi. L’input fornito da questi sensori è una scansione tridimensionale della nostra scena multimediale, che viene poi elaborata dal software per determinare la posizione degli utenti con uno scheletro realizzato da punti e linee. Questo ci permette di far toccare e muovere agli utenti, gli oggetti nella nostra installazione multimediale e di navigare negli scenari e nei contenuti del museo.