Forme di valorizzazione museale attraverso i social media

Il web e il museo possono essere considerati due media (seppur molto differenti) e come tali si pongono davanti al proprio pubblico di riferimento. L’idea di mettere il pubblico al centro è un'idea molto comune nel web e che può essere mutuata per il marketing museale. I social media, per esempio, ci offrono la possibilità di creare una campagna informativa, che presenta i vantaggi dell'immediatezza comunicativa e permette di raggiungere in tempi molto rapidi, sia un'utenza ampia, che un target specifico.

Quindi i social media permettono di integrare e sviluppare azioni parallele e complementari rispetto alla strategia marketing del museo, ma anche di agire in velocità con azioni di pubblicitarie per un evento. Una strategia di social media marketing serve per creare una community web in grado (potenzialmente) di essere una community reale, da portare al museo. I social media per il museo sono strumenti efficaci di direct marketing. Saper utilizzare i social media con una strategia di comunicazione che metta al centro la narrazione del museo (fare storytellig), non prescinde dal dover determinare obiettivi e target di riferimento. Bisogna interagire sui social, sapendolo fare:

  • Distinguere la comunicazione fra sito web e canali social media
  • Il museo deve saper rispondere tempestivamente a richieste di informazioni e critiche
  • Coniugare la semplicità del linguaggio tipico di questi strumenti, con l’autorevolezza dell’istituzione
  • Evitare l’eccesso di comunicazione
  • Raccontare cose interessanti e costruire un percorso digitale
  • Definire la propria identità narrativa

 

Il 52% dei musei è social, ma...

L’innovazione digitale sta penetrando nei musei soprattutto con strumenti di comunicazione come il sito web, i social network e le newsletter. Dall’analisi del campione dei musei effettuata dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali nel 2016 risulta che il 52% dei musei possiede almeno un account sui social network; solamente il 13% è presente nei tre più diffusi. Su Facebook si registra la maggiore presenza (51%); seguono Twitter (31%) e Instagram (15%). Anche il 10% dei musei che non ha un sito Internet risulta però attivo su Facebook. I dati Istat mostrano invece tassi di adozione più ridotti, inferiori al 20%, per i servizi digitali legati alla fruizione delle collezioni, sia on line (ad esempio, catalogo accessibile online e possibilità di visita virtuale), sia on site (come QR-code e sistemi di prossimità, App per dispositivi mobile).


“Le istituzioni culturali si trovano oggi di fronte a una doppia sfida: non basta attrarre visitatori, ma occorre trovare il modo per comunicare il proprio patrimonio in un modo nuovo, che lo renda più prossimo alle esigenze di conoscenza ed esperienza di cittadini e turisti. Molte istituzioni hanno raccolto la sfida di trasformarsi per divenire più efficienti e parlare a nuovi e vecchi pubblici. L’innovazione digitale, che ha determinato un radicale cambiamento dei paradigmi di mercato negli ultimi anni, potrebbe ora rappresentare un fondamentale fattore di trasformazione per il settore culturale”

(Michela Arnaboldi, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali)

I dati Istat indicano i servizi digitali più utilizzati nel museo:

  1. Il sito web è adottato dal 57% dei musei
  2. I social network (Facebook, Twitter, Instagram) seguono con il 41%
  3. La newsletter è terza (25%)


Le tecnologie multimediali, nello scenario dell'innovazione digitale museale, seguono con percentuali molto più ridotte; gli allestimenti interattivi o le ricostruzioni virtuali vengono adottati appena dal 20% dei musei, la connessione wi-fi free, offerta dal 19%, sistemi QR code, servizi di prossimità, catalogo accessibile on line, visita virtuale del museo hanno un’adozione del 14%.

(fonte Palazzo Madama Torino e Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali)